Siamo figli delle stelle, ma faremo il salto quantico?
Una imprevista domanda all’astrofisica Margherita Hack.
D.:
“Professoressa Hack, da anni seguo le Sue battaglie per la diffusione
del sapere scientifico e ammiro la sua tenacia nella difesa della
laicità e del libero pensiero. Ora, dopo averLe scritto per invitarLa
al mio Centro Culturale Candide mi trovo a due metri da Lei per la
fortunata circostanza di questa Sua conferenza a Milano dal titolo
“Fede & Scienza” (1). E allora colgo l’occasione per sottoporLe
una domanda, pertinente al tema, ma molto impegnativa e certamente degna di
una mente straordinaria come la Sua. Sappiamo che il metodo
scientifico, che si basa sul dubbio e sulla sperimentazione, è sempre
stato in contrasto con le verità assolute delle religioni. Un retaggio
del pensiero religioso è la visione antropocentrica, che ancora pervade
il nostro modo di pensare, al punto che anche scienziati e fisici come
Fabrizio Coppola, autore dell’illuminante libro Il segreto
dell’Universo, basano le loro teorie dell’universo pensato sulla
coscienza di noi esseri pensanti, che gli diamo forma: le moderne
scoperte di fisica quantistica rivelano che le particelle sub-atomiche
altro non sono che “campi” di informazione, una sorta di codici più
vicini al “mentale” che al “materiale”. E’ difficile allora negare che
noi uomini, quali unici esseri coscienti e raziocinanti tra le altre
specie sulla Terra, siamo molto più legati all’universo che al pianeta
di origine, che siamo “figli delle stelle” come Lei ci ha appena detto,
avendo avuto tutto origine da una zuppa primordiale di particelle.
Abbiamo già scoperto di essere connessi in qualche modo a questi campi
fisici fondamentali e abbiamo compreso che a livello sub-atomico
andrebbe rivisto tutto il nostro attuale sapere scientifico. Ci deve
essere una spiegazione fisica anche della coscienza, se la mente non è
più separata dal resto dell’universo, così come la stessa mente non è
più separata dal corpo, come insegna la medicina olistica. Gli stati di
meditazione, tramite i quali si sperimenta l’unità, non sentendoci più
separati dal resto, agiscono sul cervello a livelli profondissimi. Ma
allora noi esseri umani siamo destinati a fare il “salto oltre la
specie”, a diventare altro da quello che attualmente siamo, andando
oltre il regno animale in cui siamo biologicamente collocati, finanche
superando la struttura molecolare della nostra origine basata sul
carbonio (2). Le nanotecnologie e i continui avanzamenti dell’intelligenza
artificiale ci consentono già di superare limiti che ritenevamo
invalicabili, e così supereremo i limiti che attualmente ci sembrano
insuperabili, come quello dei viaggi interplanetari: è ben vero che le
distanze siderali ci sembrano attualmente impercorribili anche se
viaggiassimo alla velocità della luce, come Lei ci ha detto poc’anzi
richiamando quanto ha scritto nel primo capitolo del libro (3). Ma questo
varrà ancora quando saremo parte dell’immensa struttura psico-fisica
dell’universo e non ci sarà più distinzione tra mente e materia?
R.:
“Direi che l’universo… certo che ora si capiscono molte cose… ma
dire che noi ci siamo perché l’universo è fatto per noi… nient’affatto,
può anche essere il contrario, l’universo ha delle proprietà tali per
cui la vita può spontaneamente nascere, quindi non c’entra nulla in
quanto all’antropocentrico. Noi per forza partiamo da ciò che
conosciamo, però ci domandiamo come possono essere altre forme di vita,
e ci sono delle ragioni fisiche per cui probabilmente la vita
(nell’universo, n.d.r.) non è troppo diversa dalla nostra, basata sulla
chimica del carbonio, e il carbonio è quell’elemento che permette la
formazione delle molecole più complesse. Ci sarebbe anche il silicio…
ma il silicio è venti volte meno abbondante, nell’universo, del
carbonio, quindi… la vita è a favore del carbonio per queste
ragioni… che sono ragioni scientifiche, non antropologiche, e se la
vita possa nascere in un liquido diverso dall’acqua non lo sappiamo…
oppure i fiumi di Titano ce lo potranno dire un giorno… ma l’acqua è
l’elemento di gran lunga più abbondante nell’universo, e l’idrogeno… su
cento atomi novanta sono di idrogeno, nove di elio e solo uno in
percentuale è di ossigeno. (L’acqua) è l’elemento più abbondante dopo
l’idrogeno saltando l’elio, che è un gas nobile e quindi non si
combina. Quindi che l’acqua H2O sia favorita rispetto ad altri
liquidi è una questione di abbondanze… però (se ci sia una vita basata
su altri elementi, n.d.r.) non lo sappiamo ancora, forse non lo sapremo
mai... è uno dei grossi interrogativi…
D.: E che mi dice di possibili vite e intelligenze artificiali?
R.:
“Mah… si cerca di imitare la vita che conosciamo… forse ci riusciremo,
in parte ci siamo riusciti come i computer, che si basano sul nostro
cervello, e chi sa chenon si sia anche noi degli esseri artificiali
fatti da una civiltà molto più evoluta della nostra… potrebbe anche
darsi… potremmo essere tutti dei robottini…”
Questo mio
breve dialogo, nato da un’improvvisata domanda alla nota astrofisica
Margherita Hack (della cui presenza a Milano ho saputo all’ultimo
momento) mi ha consentito di spiegare il mio pensiero sul futuro delle
scienze, che saranno unificate in un unico principio fondamentale che
spiegherà tutto (mi riferisco alla “teoria del tutto” a cui il geniale
scienziato Stephen Hawking sta dedicando molte delle sue residue
energie degli ultimi anni): non avremo più bisogno della religione,
della fede e di verità rivelate. La dicotomia fede e scienza, che
indebolisce le basi della nostra cultura, non avrà più ragione di
essere.
Ma
già ora una nuova visione dell'universo basata su campi d'informazione
può anticipare la spiegazione della vera natura dell'intelligenza umana.
Avv. Giovanni Bonomo Centro Culturale Candide
riferimenti:
- Conferenza
sul tema “Fede & Scienza” di Margherita Hack presso la mostra
d’arte “Stratificazioni” di Maria Savino, Milano Art Gallery , 7
novembre 2012.
- “Il salto oltre la specie”, Giovanni Bonomo, in
ODISSEA settembre-ottobre 2012, p. 7. In tale articolo è la mia
previsione di un futuro nemmeno lontano in cui si potranno creare,
grazie alla tecnologia informatica sempre in evoluzione, intelligenze
superumane. Dopo tale evento entreremo nell’era della singolarità
tecnologica: sarà un cambiamento totale, una svolta epocale,
comparabile all'emergere dell'homo sapiens sul pianeta.
- “Nove
vite come i miei gatti- I miei primi novant’anni laici e ribelli” di
Margherita Hack, con Federico Taddia, Rizzoli 2012. E’ il libro che era
in distribuzione durante la conferenza.
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